Tra i tanti aspetti affascinanti che, negli anni, abbiamo imparato a conoscere sugli abitanti dell’Antico Egitto c’è sicuramente la cura e l’attenzione che dedicavano ai loro animali da compagnia.
Infatti, è ormai largamente riconosciuto che cani, gatti, ma anche babbuini, pesci, uccelli e perfino ippopotami e coccodrilli erano tenuti in grande considerazione ed erano trattati come veri e propri animali domestici esattamente come li intendiamo noi oggi.
Perché gli antichi egizi tenevano in così grande considerazione i loro animali da compagnia?
Sono diverse le testimonianze che ci riportano il fatto che molte famiglie avevano uno o più gatti domestici. Sia perché erano considerati animali sacri vicini alla dea Bastet, ma anche perché erano abili cacciatori in grado di tenere lontani i roditori e i serpenti dai campi.
Visto questo stretto legame tra il popolo egizio e i suoi animali domestici, soprattutto i gatti. Non c’è da stupirsi se avessero pensato anche per loro a preparare il viaggio che li avrebbe portati, insieme ai loro padroni, alla vita che si sarebbe presentata loro nell’aldilà.
Animali da compagnia mummificati come i loro padroni
Diverse campagne archeologiche che hanno visto la luce agli inizi del secolo scorso hanno portato alla luce un’usanza degli antichi egizi che, all’inizio, ha lasciato alquanto perplessi gli addetti ai lavori.
In realtà essa rientra perfettamente in quella che era la loro cultura e le loro tradizioni.
Infatti, in molte tombe sono stati rinvenuti i resti mummificati non solo del defunto a cui era dedicata la tomba, ma anche quelli del suo animale domestico.
Ciò si è capito perché, accanto agli animali uccisi e curati nella loro conservazione in modo che potessero rappresentare i viveri di cui il defunto avrebbe avuto bisogno nell’aldilà, c’erano anche animali domestici mummificati con cura che, come il loro padrone, avrebbero dovuto attraversare la morte per raggiungere l’eternità.
Infatti, per gli antichi egizi la vita terrena era considerata solo la prima parte del viaggio di un individuo verso l’eternità.
Gli animali che hanno fatto parte della sua vita terrena meritano come lui di attraversare l’aldilà per raggiungere il proprio posto nella Sala della Verità.
Quindi, così come succedeva durante la vita terrena, anche nell’aldilà l’animale domestico rimaneva accanto al suo padrone mostrandogli fedeltà e continuando a fargli compagnia.
Del resto, per gli egizi la morte rappresentava solo una separazione temporanea visto che, prima o poi, si sarebbero ricongiunti ai loro cari e ai loro animali domestici.
I gatti o gli altri animali destinati alla mummificazione venivano conservati con cura e attenzione, fasciati all’interno di bende di lino sovrapposte in modo che potessero formare gradevoli decori.
Per capire la portata di questa tradizione, basti pensare che alla fine dell’800 furono trovate svariate tombe che contenevano centinaia di gatti mummificati.